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Mangia, respira... ama



Non sarà troppo sorprendente trovare un capitolo sull’alimentazione all’interno di un testo che tratta di respirazione; siamo infatti costantemente abituati a sentirci ripetere, sempre e dovunque, quanto sia fondamentale mantenere una corretta alimentazione ed un adeguato peso corporeo per rimanere in salute.

Siamo ancora più abituati, a dire il vero, a vedere associati canoni di bellezza precostituiti al raggiungimento e mantenimento di un pesoforma che non sempre, però, corrisponde ad uno stato di salute adeguato: basti pensare a quanto sia alta l’incidenza di disturbi dell’alimentazione fra personaggi noti, concentrati sul mantenimento di rigidi standard e restrizioni assurde.

Molti di noi, quando pensano alla parola “alimentazione” o “dieta” viaggiano subito con la mente alla temuta prova costume e a privazioni, limitazioni, dosaggi pesati di ogni singolo componente sino allo sfinimento.

In realtà, ciò che auspico possa trasmettere questo capitolo, certamente troppo breve per esaurire l’argomento in ogni suo aspetto, sarebbe, più che l’adozione di un regime dietetico ipocalorico e restrittivo, la possibilità di apprendere un corretto e sano stile di vita, che comprenda anche un’alimentazione ben equilibrata e completa di tutti i nutrienti necessari, senza privazioni né eccessi.

Nel mio ambito lavorativo, quello dell’osteopatia e dell’health coaching, l’alimentazione riveste senza dubbio un ruolo primario: non saprei contare il numero di persone che accedono al mio studio richiedendo una consulenza per condizioni quali lombalgie, ma anche stati infiammatori, correlabili ad una scorretta alimentazione e/o a condizioni di sovrappeso o obesità.

Il fat burning è una problematica che, oggi, coinvolge moltissime persone, specie nelle società occidentali, con ripercussioni molto importanti sullo stato di salute generale dell’individuo.

Il sovrappeso è legato a doppio filo allo sviluppo di squilibri ormonali, quali eccesso nelle concentrazioni di cortisolo e di citochine, che favoriscono l’insorgere di stati infiammatori di varia natura: il soggetto in sovrappeso, in generale, è un soggetto “infiammato” in cui, dunque, tutti i meccanismi metabolici e fisiologici dell’organismo saranno ostacolati dal protrarsi di tale condizione.

L’infiammazione ritarda e ostacola a più livelli meccanismi fisiologici, vie metaboliche di assorbimento ed escrezione di sostanze, la guarigione delle ferite, il corretto funzionamento degli organi interni, la funzionalità articolare e muscolare e via dicendo.

Anche lo stesso equilibrio del sistema insulina-glucagone svolge un ruolo fondamentale nel mantenimento della condizione di sovrappeso, laddove un costante e frequente incremento dei livelli di insulina, correlato ad un’alimentazione scorretta, determina un’attivazione delle vie metaboliche protese ad immagazzinare i nutrienti in eccesso, sotto forma di tessuto adiposo, ostacolando così la persona nei suoi tentativi di perdere peso o, per lo meno, di non incrementarlo.

Ma il rapporto con il cibo ha un ruolo essenziale anche nel mantenimento di un’adeguata salute psichica e di una condizione di serenità per il soggetto: non per nulla, infatti, la stragrande maggioranza dei disturbi psichici, dai più lievi ai più gravi, vede fra i propri sintomi un’alterazione dell’alimentazione, nel senso dell’incremento (iperfagia) o della riduzione (iporessia); senza contare la possibilità che insorgano dei veri e propri disturbi alimentari.

Al giorno d’oggi, tali disturbi sono molto più diffusi di quanto non si pensi e comprendono non soltanto le “classiche” e più note anoressia e bulimia, quanto anche il BED (Disturbo da alimentazione incontrollata), ma anche l’ortoressia, ovvero l’eccessiva rigidità nel ricercare un’alimentazione priva di prodotti poco sani, e persino la bigoressia, in cui il soggetto protende ad assumere una forma fisica caratterizzata da una muscolatura il più possibile ipertrofica e prorompente, anche a costo di provocare seri danni al proprio organismo, ad esempio facendo uso di sostanze steroidee anabolizzanti, per incrementare la propria massa muscolare.

I disturbi dell’alimentazione nascono da un profondo disagio psichico, che trova la sua manifestazione concreta nel rapporto con il cibo, ma che ospita dentro di sé, spesso, condizioni di stress prolungato, traumi e vari altri fattori in grado di minare l’equilibrio psichico del soggetto.

La respirazione svolge un ruolo fondamentale nell’ambito di questo contesto in svariati modi: ad iniziare dal fatto che praticamente qualsiasi tipo di via metabolica del nostro organismo necessita, per essere espletata, di ossigeno, senza il quale nulla potrebbe avvenire: dalla sintesi delle proteine, ai catabolismi ed escrezioni di sostanze tossiche, all’assunzione di quelle nutritive.

Senza bisogno di scendere nel dettaglio di meccanismi biochimici quali il Ciclo di Krebs o altri, che porterebbero via tempo inutilmente alla nostra trattazione, sarà sufficiente per il lettore sapere che senza ossigeno, qualsiasi forma di attività funzionale del nostro organismo verrebbe enormemente ostacolata o perfino impedita.

In aggiunta, respirare correttamente aiuta ad alleviare la tensione psichica, provocando una riduzione graduale dei livelli di cortisolo e dello stato infiammatorio generale, rilasciando la muscolatura che risulta più pronta e più responsiva, aiutando la discesa del diaframma, che va a massaggiare i visceri intestinali e favorisce la peristalsi e la digestione; ma anche aiutando il soggetto ad alimentarsi in modo più regolare, come in un circolo vizioso, in cui le due entità respirazione ed alimentazione si influenzano e si potenziano a vicenda, in un’ottica di salute che va sempre intesa a trecentosessanta gradi.


Ma cosa, dunque, bisognerebbe mangiare?

Ora come ora si possono trovare online decine, per non dire centinaia di schemi e modelli alimentari, più o meno sani, pensati per raggiungere e/o mantenere il proprio peso forma.

Non essendo una nutrizionista o una dietologa, personalmente, non mi addentrerò nel dettaglio di uno schema alimentare vero e proprio, ma mi limiterò a fornire delle brevi indicazioni di massima per ciò che concerne la mia disciplina.

In linea generale, come ci insegna la natura stessa, meno un cibo è elaborato e complesso, più tende ad essere sano: del resto, negli orticelli e sugli alberi dei nostri giardini, non crescono certo teglie di lasagne o piatti di carbonara!

Perciò, mantenere un’alimentazione vicina a quelli che sono alimenti più naturali possibili, con meno elaborazione possibile, è già un buon metodo per limitare notevolmente l’assunzione di componenti nocive.

Purtroppo, molti cibi confezionati, elaborati e molti dolciumi contengono sostanze che agiscono sui meccanismi di gratificazione del nostro cervello, comportandosi a tutti gli effetti come una droga e creando delle vere e proprie dipendenze: molti dei recettori che vengono implicati in questo meccanismo sono gli stessi implicati nelle tossicodipendenze, nel gioco d’azzardo patologico o nell’alcolismo.

Con la differenza, ovvia e sostanziale, che è sicuramente più semplice procurarsi un cibo che ci piace, piuttosto che una dose di cocaina o eroina; inoltre, è necessario tenere conto, per qualsiasi sostanza noi introduciamo nel nostro corpo, da farmaci ad alimenti a droghe, che il loro effetto può rivelarsi molto differente in base all’uso che ne facciamo.

Non dimentichiamo, a titolo di esempio, che i cannabinoidi, gli stessi che vengono usati come droga ricreativa in tanti contesti, possono essere usati, con i dovuti accorgimenti e sotto prescrizione medica, come farmaco per trattare diversi stati patologici, anche gravemente invalidanti.

Allo stesso modo, il cibo andrebbe, a mio avviso, considerato come un valido alleato per il mantenimento del nostro stato di salute, sebbene possa trasformarsi, quando non correttamente utilizzato, in uno dei nostri peggiori nemici, forse anche più dannoso delle droghe propriamente dette.

Se siete stati così bravi e pazienti nel leggere sin qui questo post vi starete certamente chiedendo perchè ho scelto di intitolarlo "Mangia, respira... ama". Sono altrettanto sicura che ne abbiate percepito i punti di partenza: mangiare e respirare sono stati gli oggetti cardine del post. Quel "ama" finale è chiaramente un rimando al film "Mangia, prega, ama". Tuttavia il "mio senso" è un po' diverso da quello del famoso film di Julia Roberts. Qui infatti "l'ama" è un invito rivolto a se stessi, ad amare se stessi, che non significa egoismo, ma semplicemente prendersi cura di se. I miei pazienti lo sanno quanto io "ripeta e ripeta" continuamente questo meme: "prendersi cura di se". Si dice sempre che la vita è una e che quindi va vissuta al meglio, ma anche il corpo che ci viene dato in dono per questa vita è uno e, senza per questo privarci dei godimenti che la vita stessa può offrirci, ed il cibo è uno di quelli, dobbiamo comunque prenderci cura di noi ricordandoci sempre che il benessere non è sinonimo di guarigione, ma di salute.



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